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Gruppi famiglia in parrocchia

ALCUNI CONSIGLI UTILI

Con semplicità e amicizia vorrei suggerire alcune cose da tener presenti ogni volta che si avvia un gruppo famiglia. l. Non si dimentichi che il punto fondamentale è stabilire che cosa vuole essere il gruppo o meglio quel gruppo e perciò quale è il suo obiettivo. Per stabilire l’obiettivo però occorre fare un lavoro paziente in gruppo – una serie di incontri – dove tutti si esprimono rispondendo alla domanda: “perché faccio parte del gruppo e che cosa mi aspetto da questa esperienza?”. L’obiettivo, e subito dopo la definizione del tipo di gruppo che si vuole fare, sono perciò frutto di un ascolto reciproco e di un consenso o accordo faticosamente ricercato insieme.

2. II cammino del gruppo deve essere previsto nelle sue grandi linee per un arco di tempo corrispondente a otto o nove mesi: se però il gruppo è agli inizi si faccia almeno una programmazione di tre mesi in tre mesi. La programmazione dovrebbe prevedere le date degli incontri, gli argomenti da trattare, le persone o coppie che si incaricano di avviarli e quelle che si impegnano a guidare la preghiera. Se poi il gruppo vuole prendere delle iniziative all’esterno e desidera partecipare ad avvenimenti importanti della parrocchia, abbia cura di mettere anche questi impegni in calendario.

3. Quando un gruppo famiglia si incontra dovrebbe poter contare su di uno “strumento” scritto; quello che io consiglio è un foglio fotocopiato suddiviso in tre parti: una centrata su di un problema concreto di vita – vita degli sposi naturalmente ad esempio lavoro, tempi per la coppia, pregare in famiglia il tempo libero – espresso in poche righe scritte con lo scopo di richiamarlo o descriverlo; una seconda breve fatta di due domande (non una sola e non troppe) riferite naturalmente al problema di cui si parla al punto precedente; e una terza, infine, contenente un brano o due di Sacra Scrittura collegato con il problema e capace di illuminare il fatto esaminato. La terza parte può essere ampliata aggiungendo un testo di preghiera (tratto dalla Bibbia o da altrove) e altri suggerimenti utili per pregare insieme N.B. Un gruppo non dovrebbe mai incontrarsi e… improvvisare sul tema! Se prima di trovarsi ogni coppia avrà dedicato un po’ di tempo all’argomento che sarà svolto o messo in comune, la qualità dell’incontro sarà sicuramente buona.

4. La vita di un gruppo non è fatta soltanto di incontri e cioè di persone sedute in cerchio che parlano, 2 preferibilmente una dopo l’altra ma anche di molte altre cose, come ad esempio amicizia mantenuta viva e tra tutti, molto rispetto per ciascuno (nessuno si sente giudicato o costretto fare delle cose o anche solo a parlare): per alimentare questo clima è bene mettere in programma alcuni incontri un po’ diversi dagli altri di tanto in tanto, prima di Natale, a Carnevale, d’estate…Alcuni gruppi tra un incontro e l’altro una volta al mese si danno appuntamento ad una delle messe domenicali; così le coppie si vedono in compagnia dei figli, si passano delle informazioni e soprattutto coltivano amicizia. N.B. Se tutti gli incontri fossero uguali e tutti “seri” oppure tutti, al contrario di conversazione spontanea il gruppo ne soffrirebbe ben presto. Bisogna fare in modo che tutte le persone possano trovarsi a partecipare almeno qualche volta ad una attività di loro maggior gradimento (festa, agape fraterna, preghiera, approfondimento culturale… ).

5. La raccomandazione delle raccomandazioni, il consiglio dei consigli è tuttavia il seguente ed è una questione molto importante perché molte delle cose dette prima non possono essere realizzate se non si attua ciò che sto per dire.

OGNI GRUPPO DEVE DARSI UNA COPPIA RESPONSABILE

Non si può passare sopra a questa regola. Se il gruppo è nuovo o/e se nes suno ha esperienza di conduzione di gruppo si può fare così; il sacerdote che segue il gruppo – per lo più il parroco – chiede che gli sposi si trovino tra di loro e che si diano una coppia responsabile. Essa svolgerà il suo servizio per un anno (sei,sette mesi) che poi passerà ad un’altra coppia del gruppo sempre con il mandato del gruppo. Questa coppia, sebbene priva di esperienza, si incarica di fare da punto di riferimento per tutti, per ciascuno e per il gruppo intero; essa inoltre diventa interlocutore per il sacerdote e il parroco. L’esistenza di questa coppia responsabile permette al sacerdote di avere delle persone con cui parlare del gruppo e così anche i membri del gruppo hanno due coniugi da loro designati che li possono ascoltare e che tra un incontro e l’altro portano un po’ più degli altri la responsabilità del gruppo e una affettuosa preoccupazione per tutti, soprattutto per chi ha qualche problema o bisogno di maggiore attenzione.

N.B. Un gruppo che afferma “ci autoconduciamo, nessuno di noi è il capo degli altri” oppure “vogliamo una persona diversa da noi a condurci, per esempio il sacerdote” rivela quanto è ancora adolescenziale e quanta fatica faccia a divenire adulto. In realtà designare qualcuno perché svolga il servizio della unità e designarlo alla luce del sole (è chiaro che svolge un compito che gli abbiamo dato noi) è proprio far crescere le persone e in particolare i laici nei confronti dei preti ed è anche renderli capaci di giusta autonomia.

Il ruolo del sacerdote

Il ruolo del sacerdote in un gruppo è anch’esso molto importante , ma non va ricalcato sui modelli della catechesi o della pastorale dei ragazzi e dei giovani. Non è lui il responsabile del gruppo e non deve divenirlo; non tocca a lui rimproverare, richiamare gli impegni presi, ricordare le date stabilire e invitare i membri radunati a iniziare a lavorare seriamente “come ci eravamo detti”. Questi compiti, e così guidare le riunioni, far nascere il consenso su linee o proposte non sono suoi. Non tocca a lui neppure tenere delle relazioni al gruppo, come se fosse una classe di catechismo o un gruppo radunato per la catechesi o la preghiera. Il suo intervento quando ci vuole deve essere sobrio. Non è necessario che il sacerdote parli ad ogni incontro , né deve fare in modo che l’ultima parola sia la sua.

N.B. Per delineare il suo posto nel gruppo sia sufficiente ricordare che rappresenta il Vescovo e perciò è punto di congiunzione e comunione con le altre comunità ecclesiali; intorno a lui si fa la comunione con gli altri gruppi parrocchiali e attraverso di lui il gruppo assume responsabilità verso la parrocchia tutta intera. La competenza propria del sacerdote e il suo ministero di pastore tuttavia non vengono meno nel gruppo: è evidente che la presidenza della Eucaristia e dei sacramenti e un ministero di educatore della fede, conosce il mistero cristiano e le fonti, tra cui la Sacra Scrittura, spesso più degli altri membri del gruppo, ma a lui tocca soprattutto garantire che i contenuti della fede siano conformi a ciò che il Papa e i Vescovi insegnano.

Infine una considerazione un po’ diversa da quelle fatte ai numeri precedenti riguardanti un gruppo famiglia particolare, quello delle coppie giovani e giovanissime. Le giovani coppie in una parrocchia sono un anello molto delicato tra i gruppi giovanili, e in particolare tra i giovani prossimi al matrimonio, e le coppie di 40-50 anni. E’ molto importante che i giovani non ancora sposati abbiano davanti a se dei giovani sposi che si trovano in gruppo e che mostrano di appartenere alla comunità parrocchiale e perciò lasciano intendere che essa ha valore per loro e che da essa ricevono. Ne guadagna anche l’esperienza della fede proprio mentre diventano adulti e sono tentati di allontanarsi dalla Chiesa. Ma il gruppo giovani sposi è importante per loro stessi: vivono un momento di assestamento in famiglia nella coppia con i primi bambini e fuori con il lavoro.

+ Giuseppe Anfossi

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