Se un non cristiano ci chiedesse: “Qual è la tua più grande aspirazione?”, le nostre risposte potrebbero essere le più diverse, ma probabilmente nessuno risponderebbe “la santità”; già, perché abbiamo escluso a priori la santità dall’orizzonte delle nostre scelte. La escludiamo perché temiamo quasi di peccare di presunzione, ossia il non voler osare, volare troppo alto.
La solennità di Ognissanti ci consegna almeno due verità fondamentali:
1. La santità è un dono che Dio ha fatto all’umanità fin dalla creazione: il dono di Dio – la santità – è dentro l’uomo, in virtù del Battesimo, e non si tratta di “imitare”, bensì di vivere la vita di Cristo, guidati dallo Spirito.
2. La santità proviene dal nostro essere Chiesa: la Chiesa è composta dai “santi”, cioè da tutti noi battezzati che viviamo in questo momento, ma anche dai “santi”, ossia coloro che hanno realizzato a pieno il loro desiderio di santità e che la Chiesa ha riconosciuto e canonizzato come tali.
In questi giorni rivolgiamo il nostro ricordo a tutti coloro che “ci hanno preceduto nel segno della fede e dormono il sonno della pace”; essi hanno già calcato i sentieri di questo mondo e ora vivono nella visione beatifica di Dio.