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Il mandorlo fiorito – spunti per riflettere

DI DESIDERIO IN DESIDERIO

In tutta la Bibbia si trova una costante: la preghiera nasce dall’esperienza di un desiderio che è a sua volta l’espressione di una assenza. I salmi sono i canti del desiderio per eccellenza.
«Signore, davanti a te è ogni mio desiderio» [Sal 37(38),10]. Chi non ècosciente della propria insufficienza non prova alcun desiderio e dunque nonpregherà, ma «Tu ascolti, o Signore, il desiderio degli umili» [Sal 9( 10),38]. Come gli ebrei prigionieri di Babilonia sospiravano per il santuario di Dio così il cristiano che è pellegrino in esilio quaggiù, lontano dal Signore, vive nel desiderio di Dio: «Come una cerva anela alle acque vive» [Sal 41(42),2]. Sant’Agostino, il grande dottore del desiderio spirituale, ha potuto scrivere: «La fede è il desiderio della visione, la speranza il desiderio del possesso, la carità il desiderio dell’amore beatificato».
Il desiderio è anche pedagogia. Precede il dono di Dio e prepara a riceverlo istruendo l’anima. È per il dono ciò che la fame è per il cibo: un fattore di assimilazione.
Poiché il dono di Dio va sempre al di là della nostra misura, la sua grazia lavora senza sosta per far crescere la nostra anima, fino alle dimensioni di ciò che egli vuole donarle. E poiché ciò che egli vuole donare non è in
definitiva altro che lui stesso, questa crescita è destinata a tendere all’infinito.
Questo è il ruolo del desiderio. Di desiderio in desiderio – che ci sembri appagato o meno – la nostra volontà aderisce alla volontà di Dio. Il desiderio, in questa prospettiva, è una potenza che si allarga, posta nella nostra anima. Infine, il desiderio è allargamento della nostra capacità di accoglienza. Sant’Agostino, più di ogni altro, ha sottolineato il legame tra desiderio e povertà. L’insoddisfazione, l’inquietudine, la ricerca ininterrotta sono le condizioni della nascita e della crescita di ogni vita spirituale. Il regno di Dio è lontano da quelli che non hanno il desiderio e l’ardore per scalare una vetta, da tutti quelli che sono soddisfatti di se
stessi. A coloro che si confessano poveri, che hanno coscienza piena e sofferta della loro povertà spirituale, dell’imperfezione della loro anima, del poco bene che è in essi, a coloro che soffrono per acquistare la perfezione che è la vera ricchezza, a tutti questi è promesso il Regno dei cieli. Nel suo commento alla prima lettera di Giovanni, sant’Agostino dice: «Attraverso l’attesa, Dio accresce il desiderio, attraverso il desiderio scava le anime, scavandole le rende più capaci di riceverlo».

MONACO BENEDETTINO, Le désir de Dieu, Genève 1970, pp. 15- 1

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